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giovedì 13 ottobre 2011

La misteriosa tomba della sciamana


La misteriosa tomba della sciamana

Scoperta in Galilea una tomba molto particolare: raccoglie infatti i resti di una sciamana preistorica, figura che testimonia la presenza, sin dai tempi del neolitico, di persone a cui si attribuivano poteri magici

I Natufiani sono un popolo neolitico vissuto nella Palestina fra i 15.000 e gli 11.000 anni fa, e sono fra i primi a cui era nota la raccolta sistematica dei cereali e la loro coltivazione. Prima di essere agricoltori i natufiani erano cacciatori e raccoglitori, e come tutte le popolazioni di questo tipo anche tra loro ci dovevano essere persone dotate di particolari “poteri spirituali”, gli sciamani. La tomba di uno di questi sacerdoti-guaritori del neolitico, è stata ora scoperta dall’archeologo Leore Grosman, dell’Istituto di Archeologia dell’Università Ebrea di Tel Aviv, nel cimitero natufiano di Hilazon Tachtit, nella Galilea Occidentale. La tomba offre uno squarcio affascinante del mondo simbolico e religioso di un popolo ormai scomparso da così tanto tempo. Lo sciamano in questione, prima di tutto era una donna di 45 anni, che, a causa di un difetto nella colonna vertebrale doveva camminare zoppicando o trascinando una gamba. Doveva essere molto amata dalla sua tribù perché nella sua tomba è stato trovato un corredo mai visto in tutte le altre 28 sepolture natufiane di Hilazon Tachtit.

Come scritto da Grosman e colleghi sulla rivista PNAS, la cosa più sorprendente è stata la presenza intorno allo scheletro di ben 50 gusci di tartaruga, uccise e mangiate dopo che la tomba era stata scavata. Visto che le tartarughe sono animali solitari, catturarne una cinquantina non deve essere stato facile, il che fa pensare che sia stato compiuto un rito molto costoso ed elaborato dopo la morte della sciamana o che questi animali fossero allevati, magari proprio allo scopo di compiere riti con le loro carni. Probabilmente appartenenti alla sciamana stessa erano invece le altre parti di animali trovate nella tomba: il bacino di un leopardo, parte delle ali di un’aquila dorata, la coda di un bovino, due teschi di martora e la zampa anteriore di un cinghiale, quest’ultima allineata con il braccio sinistro della donna e forse quindi usato in vita come una “bacchetta” dalla guaritrice.

L’uso di parti di animale è comune fra gli sciamani come simbolo e mezzo di contatto con il mondo della natura: non sorprende quindi che anche questa di 15.000 anni fa sia stata sepolta con gli “attrezzi del mestiere”. Ma c’è un mistero: non si capisce proprio perché accanto a lei sia stato anche sepolto il piede di un uomo. Probabilmente, sebbene amata e rispettata dalla sua gente, la sciamana doveva essere anche temuta. Grosman ha infatti, scoperto che sul corpo della defunta, accuratamente deposto su un fianco ed allineato contro la parete curva della fossa, erano state poste 10 grosse pietre, come se ci si volesse assicurare che non uscisse più dalla tomba.







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